OFS  DI  TARANTO  PARTECIPA
ALLA MISSIONE POPOLARE A POMARICO

15-22.03.15

Molti anni sono passati dalla missione che a Pomarico vennero a dare i Padri Passionisti e le persone di una certa età la ricordano con piacere.
Vedendoci in giro, le persone si sono proiettate con speranza verso un futuro promettente e stimolante, a causa dell’arrivo di molti frati cappuccini della Provincia di Puglia.

E diversi laici francescani della fraternità dell’O.F.S. di Taranto “San Lorenzo” hanno animato in alcune sere la comunità parrocchiale, lanciando la proposta di un modo sobrio e gioioso di vivere la propria esperienza di battezzati. L’avventura feriale di cristiani semplici, genuini, si è manifestata all’interno della Missione francescana al popolo della “zona Collina” dell’arcidiocesi di Matera-Irsina.

Bello e arricchente ritrovarsi con le proprie vocazioni e volerle condividere. Sentire i diversi dialetti e provare a parlare il linguaggio della gioia e dell’amore, come il Vangelo ispira e raccomanda. Pomarico: una sola banca; una sola farmacia, a cui da poco si è aggiunta una parafarmacia; tre scuole: materna, elementare e media. I ragazzi per le superiori debbono necessariamente andare a Ferrandina oppure a Matera.

A noi missionari vengono in mente e bruciano nel cuore le parole di Papa Francesco: “Non abbandonate le periferie, mi raccomando: al centro le periferie!”. E dunque avanti, andiamo a Pomarico e scopriamo quanto verdi sono queste colline e quanti panorami stupendi si possono godere dai costoni che sovrastano i due fiumi, il Bradano e il Basento.

A noi missionari vengono in mente e bruciano nel cuore le parole di Papa Francesco: “Non abbandonate le periferie, mi raccomando: al centro le periferie!”. E dunque avanti, andiamo a Pomarico e scopriamo quanto verdi sono queste colline e quanti panorami stupendi si possono godere dai costoni che sovrastano i due fiumi, il Bradano e il Basento.

Nello stemma di Pomarico ci sono entrambi questi fiumi, è una terra di mezzo, la Mesopotamia lucana. Amo i pastori delle anime, che non lasciano le pecore e scoprono quanto sia importante assicurare loro un seme di consolazione.
Da quel seme qualcosa nascerà. Dalla missione la comunità esce rinvigorita, la parrocchia è costretta ad aprire inevitabilmente una finestra sulla mondialità.

Nello stemma di Pomarico ci sono entrambi questi fiumi, è una terra di mezzo, la Mesopotamia lucana. Amo i pastori delle anime, che non lasciano le pecore e scoprono quanto sia importante assicurare loro un seme di consolazione.
Da quel seme qualcosa nascerà. Dalla missione la comunità esce rinvigorita, la parrocchia è costretta ad aprire inevitabilmente una finestra sulla mondialità.
Si sono coinvolti missionari provenienti dalla Polonia (fra Adam Gestwa), dall’India (suor Mary), alcuni con avventure vissute per lunghi anni in terre lontanissime, come il Congo Brazaville (suor Graziella, antoniana) e il Mozambico (fra Gaetano Pasqualicchio).

Dopo la missione popolare Pomarico può diventare una comunità più missionaria di prima.
Abbiamo desiderato rinverdire la memoria del miracolo verificatosi pochi decenni dopo la morte di san Francesco.
Domenica 22 marzo è stata inaugurata la casetta della famiglia miracolata nel centro storico. Racconta san Bonaventura nella Leggenda maggioreche una madre era in angoscia profonda per la morte della sua bambina.
Aveva fiducia in san Francesco, l’aveva pregato tanto che le fosse riconsegnato vivo e fresco quel fiore di figlia. E il miracolo avvenne: «(Francesco) pietosamente parlandole: “Non piangere - le disse - perché il lume della tua lucerna, che tu piangi come spento, ti sarà restituito per mia intercessione» (Fonti Francescane 1264).

Così ci siamo mossi per tutto il tempo della Missione a Pomarico. Aspettando i bambini al mattino in parrocchia o entrando direttamente nelle scuole, nelle case degli ammalati, nei centri di ascolto e in tanti altri posti, in cui già era stato dato l’annuncio dell’arrivo dei missionari.
Un grazie con tutto il cuore ai pastori della comunità e all’Arcivescovo, mons. Salvatore Ligorio, che ha acconsentito all’ordinazione diaconale da vivere in questo tempo forte della comunità.

Così abbiamo anche ricevuto la gioia di avere due nuovi fratelli diaconi, Alfredo Santoro e Tommaso Mianulli da Montescaglioso.
Abbiamo festeggiato insieme al Parroco, don Francesco, i suoi primi 35 anni di vita.
Altre sfide aspettano lui, don Vito e noi e hanno bisogno del coinvolgimento di tutti. Vi attendiamo con il cuore colmo di gratitudine per quanto il Signore ha già operato tra noi, perché il paese dei due fiumi sta rifiorendo nella gioia dell’annuncio del Vangelo.

Fra Pier Giorgio Taneburgo